Ho collaborato con Radio Omega Sound, emittente FM locale, durante i due anni della laurea specialistica. I miei ruoli erano molteplici: regista di vari programmi, curavo delle rubriche del morning show del sabato, realizzavo interviste a grandi musicisti (James Senese, Don Backy), coprivo le dirette durante eventi pubblici.
La parte più diverte, però, era certamente lo show Tocco il blues e non gioco pius.
Si tratta di un programma ideato da me e scritto insieme ad Enrico Piccirillo (anche co-conduttore dello show), della durata di 2 ore circa, che ripercorre la storia del blues, dalle sue origini ai giorni nostri, includendo anche concerti live in studio.
Il tono è scherzoso, leggero, non pedante. I ruoli dei due conduttori sono quelli del precisino saccente (Enrico) contro la caotica e irriverente (io). La sigla è Digging my potatoes, presa in prestito da Cowboy bebop.
Per realizzare il programma, lavoravamo molto durante tutta la settimana. Ci documentavamo sulle origini del blues, sui suoi maggiori rappresentanti, su quelli che invece erano rimasti nell’ombra. Abbiamo ascoltato tanta, tanta e tanta musica, selezionando poi solo quei brani che meglio potevano rappresentare il nostro messaggio: il blues è bello, il blues è storia, il blues è politica e come tale va ascoltato e rispettato. Naturalmente sempre divertendosi.